
Questa tela conservata al Prado di Madrid, dal titolo
Ercole e il leone di Nemea (1634) è un’opera di Francisco de Zurbarán, austero pittore spagnolo di soggetti sacri del XVII secolo. E’ uno dei tanti esempi di lavoro pittorico su questo soggetto mitologico e leggendario che attraversa tutta la storia dell’arte occidentale.

Infatti la prima delle dodici fatiche di Ercole, l’uccisione del leone, è un episodio ben presente nella cultura greca, è un tema iconografico classico: questo vaso attico, conservato al Louvre, risale al 500-475 a.C.

Lo stesso soggetto lo ritroviamo, per esempio, in epoca rinascimentale: l’autore è Hans Sebald Beham, incisore di Norimberga della cerchia di Albrecht Dürer, che nel 1548 firma
Ercole uccide il leone di Nemea.

Il soggetto entra anche nella cultura anarchica molto probabilmente perché la figura del personaggio mitologico greco rappresenta, metaforicamente, forza e generosità; diventa “marchio” della Confederación Nacional del Trabajo.

E lo troviamo nel frontespizio di due suggestive tessere di iscrizione del 1937.

Ancora oggi è presente nella home page del sito del sindacato anarchico spagnolo.

Le figure di Ercole e del leone diventano così antesignani visivi del nuovo logo dell’ASFAI: il percorso progettuale grafico e comunicativo che ha dato origine al logo stesso ha valorizzato questo tema così presente nella tradizione artistica e in quella anarchica in particolare. Lo stile “classico” della figurazione accademica è stato pulito ed essenzializzato; è stata modificata la staticità quasi araldica del tratto dell’insieme uomo-animale decentrandolo rispetto alla campitura cromatica del quadrato segnaletico rosso. Tutto ciò per privilegiare un segno più moderno che, anche se mantiene il filo della storia, riesce ad adattarsi ai supporti comunicativi attuali, cartacei e digitali.